Complice la pioggia, il giro al “Museo della Scienza e dell’Industria” di Manchester, l’ho fatto. A posteriori convengo che sarebbe stato un peccato perderlo, dato che la Rivoluzione Industriale è partita da qui.

Un museo forse un po’ troppo didascalico, sicuramente ottimo per delle scolaresche, soprattutto in alcuni padiglioni. Molto belli i vecchi macchinari che un tempo hanno trasformato questa zona da rurale ad industriale. Mulini, motori, turbine, locomotive, auto, motociclette, telai, cardatori, torcitori… una volta che una qualsiasi energia ti permette di far girare una ruota, l’ingranaggio (mai ascoltato Gaber?) si mette in moto. Il resto è solo questione di tempo.

Il trionfo del vapore ci ha dato le macchine, l’elettricità le ha compresse, avviando la loro trasformazione in scatole magiche. Il design le rende sempre più esternamente pulite, asettiche, misteriose e impenetrabili a chi non è un ‘tecnico’. Il desiderio del consumatore è quello di premere un bottone ed avere un genio che esaudisce (…esaurisce?) i suoi desideri.

Dal manipolare gli atomi siamo passati a manipolare gli elettroni. Dal modificare la materia siamo passati a modificare l’informazione in essa contenuta. Ora l’informazione prossima ventura su cui stiamo mettendo le mani è quella del gene umano, chissà se i neonati prossimi venturi saranno studiati dagli esperti di marketing e saranno anche loro solo ‘scatole magiche’…