Psychedelic pink
In Inghilterra per lavoro, avendo un weekend libero, sono stato a York. La cattedrale è molto bella, anche se piuttosto luminosa per il tipo di architettura. Probabilmente la Riforma aveva già stabilito all’epoca della costruzione che era meglio che i fedeli non si distraessero nel buio della sala e prestassero attenzione al rito. Nel buio, si sa, prosperano i cattivi pensieri ed i desideri anarchici che mal si conciliano con qualsiasi religione.
Aldous Huxley, in “Le porte della percezione” (titolo da cui i Doors presero il loro nome), sostiene che agli antipodi della coscienza vi sono entità straordinarie che si manifestano in maniera intensa; lo sfavillio dell’oro ed i colori intensi delle pietre preziose secondo lui costituiscono una vaga approssimazione di queste visioni, per questo questi oggetti nel nostro mondo vengono ad acquisire un così grande valore aggiunto.
Anche i mosaici colorati di una cattedrale gotica ed i lampi colorati sincroni al suono in una discoteca possono essere considerati un pallido tentativo di imitare le forme e le figure che si percepiscono “laggiù”.
Secondo Huxley, di tutte le informazioni che assediano il sistema nervoso, il cervello filtra solo quelle necessarie per la sopravvivenza. Il delirio visionario, l’estasi mistica, il distacco psichedelico sono dovuti ad un venir meno del ruolo del cervello come filtro (dovuto all’uso di determinate sostanze o a pratiche defatiganti), che lascia quindi passare informazioni che normalmente verrebbero bloccate perché considerate inutili ai fini della sopravvivenza. È come se le guardie che sorvegliano le ‘porte della percezione’ allentassero la loro sorveglianza sul mondo permettendogli di entrare in noi con un’intensità che la selezione naturale ha giudicato insostenibile.