Tempo fa ho visitato il sito di ciò che era il campo di concentramento nazista di Mauthausen.
Tra le varie cose, in una bacheca era esposta la gigantografia della prima pagina di un quotidiano che annunciava l’Anschluß, ovvero l’annessione della repubblica austriaca al terzo Reich.
Ricordo di aver provato stupore nel vedere accanto alla testata uno spot che recava scritto “con lo sport del lunedì!”, un normalissimo richiamo alle pagine interne nonché un invito ulteriore ad acquistare il giornale. Per molti austriaci, che avevano gli affari loro da curare, era probabilmente un giorno come un altro e, come ogni lunedì, la pagina dei risultati sportivi era certamente più interessante della prima.

Dopo ogni rivoluzione, l’accusa che i vincitori muovono sempre agli ignavi - a quella maggioranza di individui accusati di un passivo adagiarsi allo stato delle cose - è “come avete potuto non rendervi conto di cosa stava succedendo?”.

Forse è questo il tragicomico della Storia - quella con la S maiuscola. Finché ci vivi in mezzo giorno dopo giorno, non ti accorgi della sua direzione, vuoi perché è talmente impercettibile da poter essere misurata solo su tempi lunghi, vuoi perché i sintomi ci sono, ma non li vuoi riconoscere per quel che sono.
Come per il movimento delle zolle continentali della crosta terrestre, lentamente e imprecettibilmente la tensione si accumula, per poi scatenarsi in un rapido e distruttivo terremoto.
A volte penso che il corso della Storia proceda con un andamento simile e che sia ancora ben lungi dall’essere “finita”, come qualcuno - più o meno speranzosamente - pensava immediatamente dopo il crollo dei sistemi comunisti nel mondo.