Arsenal - Arsenal 5 / Arsenal 6

Negli scaffali del negozio di dischi di stato Melodija, gli album degli Arsenal erano classificati sotto l’etichetta “jazz”, ma nei loro solchi gli stilemi del rock sono tutt’altro che infrequenti. Al sassofono non di rado subentra una chitarra elettrica distorta strascicata per minuti interi.
Probabilmente Kolzov e compagni usarono l’etichetta “jazz” per far entrare sotto mentite spoglie nelle orecchie dei cittadini sovietici un po’ di suoni tipici dell’altrimenti impresentabile rock capitalista.

Biglietto usurato del ristorante Vatan

Sotto mentite spoglie mi ritrovai a passare una notte di capodanno come cameriere in un improvvisato ristorante posto in una traversa della via Tverskaja (forse allora ancora via Gor’kij). I miei amici erano di turno quella sera; dopo essermi fatto il viaggio a Mosca per stare in loro compagnia, potevo abbandonarli la notte di capodanno? Ecco quindi che con un adatto grembiule e senza alcuna specifica esperienza divenni uno dei camerieri della sala (“è uno studente straniero, ha bisogno di lavorare”), con tanto di mancia (diecimila nuovi rubli dell’epoca) a fine serata.

Con molta democrazia fummo anche coinvolti nelle danze e nei brindisi di mezzanotte. Il lavoro vero cominciò quando la compagnia festeggiante tolse le tende e cominciammo a rassettare e pulire.

Uscimmo dal ristorante alle prime luci dell’alba e il metrò ci riportò a casa, dove dormii fino a sera.