Allo scorso chapters meeting europeo di Nimega io e F. ci andammo con la mia auto. Non che non ci fossero treni o aerei in alternativa, ma avevo voglia di fare una “cavalcata autostradale” come non me ne capitavano da tempo.

Lanciammo dunque i cavalli-vapore dell’auto al galoppo e in una bella galleria della rete autostradale svizzera ebbi la netta sensazione che un autovelox elvetico ci avesse immortalato col suo flash.

Passarono i mesi e immaginai che la targa straniera mi ponesse in una felice condizione di immunità diplomatica.
Avevo un precedente confortante: quando anni fa parcheggiai una sera a Bonn in palese (e in malafede) divieto di sosta trovai sul parabrezza al posto della multa un gentile avviso (a forma di multa) del tipo “la tua targa è straniera, pensiamo che tu non abbia capito che qui era divieto di sosta, per favore non farlo più”.

Ma se la Germania (allora Ovest) fu comprensiva con l’incauto ausländer posteggiatore, la Svizzera non perdona l’ausländer colpevole di eccesso di velocità: dopo 8 mesi e 5 giorni mi viene recapitato un gentile avviso della polizia stradale del cantone di Basel-Landschaft che mi notifica la contravvenzione (9 km/h oltre la tolleranza consentita). 60 franchi.

Fossero organizzati come gli italiani, avrei dovuto probabilmente andare a pagarla oltre confine. Invece, molto gentilmente, la polizia stradale del cantone di Basel-Landschaft mi mette perfino a disposizione un conto corrente presso una banca di Sondrio su cui eseguire il bonifico.

A questo punto mi chiedo perché 8 mesi e passa di attesa. Probabilmente sono i tempi di risposta del PRA alla richiesta dei miei estremi anagrafici.