90 gradi
Ricevo da un amico una collezione di manifesti elettorali “satiricamente modificati”, in cui i messaggi originali sono stati sovvertiti, in maniera più o meno divertente, rispettando l’impostazione grafica originale.
Tra questi c’è l’affissione “La sinistra ha messo il paese in ginocchio - Noi vi metteremo a 90 gradi”. E immagino che non ci si riferisca ad un energico passaggio in lavatrice.
Di primo acchito un sorriso me lo strappa, perché vado ad interpretare quell’intenzione di “metterci a 90 gradi” nel suo senso metaforico, però a freddo mi viene da pensare che ci risiamo: la penetrazione anale come simbolo di mera prepotenza e di dominio rappresenta un filone praticamente inesauribile di facili battute e di frasi di scherno. Un po’ come se chiunque la subisca (uomo o donna che sia) vada a perdere ogni rispetto di sé e chiunque la pratichi lo faccia solo con volontà di sopraffazione dell’altrui corpo e spirito. Non è così.
Il problema non è rappresentato dalla penetrazione in sé. Ogni penetrazione non desiderata (non necessariamente anale, non necessariamente fisica) è un trauma, ed è una lezione che sia uomini che donne conoscono bene.
Insomma, molto meglio un’altra variante che incontro dopo: “La sinistra ha messo il paese in ginocchio - Noi vi metteremo i ceci sotto”. L’unica speranza è che per metterci i ceci sotto le ginocchia per un attimo - ancorché breve - dovremo rialzarci. Chissà che in quel momento ci si decida a non inginocchiarsi più.