Quattro dimensioni
Quando una particella viene confinata in una buca di energia potenziale, i suoi livelli energetici sono quantizzati. Le energie, le reciproche distanze e le funzioni d’onda corrispondenti sono funzione della geometria della buca. Un esempio sono gli elettroni di un atomo, confinati nel loro movimento dall’attrazione elettrostatica che li attira verso il nucleo. Le forme delle funzioni d’onda - e quindi le regioni di spazio in cui è più probabile trovare ciascun elettrone, i cosiddetti “orbitali” - sono legate al livello energetico di ogni elettrone. Il comportamento chimico (la “valenza”) di ogni atomo dipende dal numero di elettroni e da come questi si dispongono mentre riempiono i livelli energetici loro consentiti.
Nel nostro spazio tridimensionale sono possibili tre orbitali p - uno per ogni dimensione - che alloggiano un massimo di sei elettroni. In uno spazio quadridimensionale però potremmo avere quattro orbitali p. Entrando in uno spazio quadridimensionale gli atomi che ci compongono riarrangerebbero la loro struttura elettronica emettendo lampi di luce e cambiando completamente la loro chimica. Un mondo di composti “organici” tetradimensionali di ossigeno in cui si respira neon, che lì non sarebbe più un gas nobile. Entrando in quel mondo probabilmente diventeremmo dei fuochi d’artificio che si consumano rapidamente.
Ma anche se i nostri atomi tridimensionali là dentro fossero metastabili, in un mondo quadridimensionale diventano possibili i movimenti che convertono gli enantiomeri uno nell’altro, racemizzandoli. La cosa riguarderebbe anche le molecole che compongono i nostri corpi - DNA, RNA, proteine, metaboliti - mandando in vacca il metabolismo più o meno rapidamente.
In sintesi: non credo che in uno spazio quadridimensionale riusciremmo a sopravvivere a lungo. (E non conosco abbastanza fisica per immaginare come si comporterebbe un nucleo atomico).